Carmen Villani: la sfida della lingua italiana per i migranti

Carmen Villani, da nove anni è un’insegnante di italiano per stranieri. La sua esperienza è iniziata nel Cas (Centro di Accoglienza Straordinaria) di Eboli, per poi proseguire nel Cas di Sicignano. Oggi lavora presso il progetto SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione) di Eboli. È laureata in Lingue e letterature straniere e ha conseguito il Ditals di II livello, la certificazione specifica per la didattica dell’italiano a stranieri.

Qual è il tuo ruolo all’interno dell’équipe multidisciplinare del Progetto SAI di Eboli?

All’interno dell’équipe multidisciplinare mi occupo del corso di alfabetizzazione e affianco l’educatrice nello svolgimento dei vari laboratori organizzati all’interno della struttura.

Quali sono le nazionalità attualmente presenti con cui ti interfacci e a cui insegni la lingua italiana?

La maggior parte dei beneficiari attualmente presenti sono di nazionalità bengalese, ma abbiamo anche ragazzi del Marocco, del Mali, del Gambia, del Burkina Faso,  della Nigeria, del Senegal , del Pakistan e del Ghana.

Parliamo di accoglienza di cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale e rifugiati. Per ognuno di loro viene tracciato un percorso di autonomia nel sistema SAI: in linea generale qual è il valore dell’alfabetizzazione e dell’istruzione?

Sicuramente è un valore importante e fondamentale per la loro integrazione e per un futuro inserimento lavorativo. Capire la lingua permette di comunicare con facilità e di non intercorrere in errori di comprensione.

In un progetto SAI l’imperativo è l’apprendimento della lingua italiana. Quali sono gli strumenti che i beneficiari SAI hanno a disposizione?

I beneficiari hanno a disposizione un corso di italiano di 15 ore settimanali e la possibilità di iscrizione presso il Cpia per il conseguimento della certificazione di livello A2 del QCER e per il diploma di licenza media.  Oltre al corso di alfabetizzazione, vengono svolti corsi di orientamento legale e lavorativo, incontri con varie associazioni, attività ludico ricreative sul territorio.

Il progetto SAI ha quale interlocutore il CPIA( Centro provinciale di istruzione per adulti). Quali sono i risultati raggiunti e quali sono le attività attualmente in essere?

Nell’anno scolastico 2022/2023 abbiamo avuto circa 25 iscrizioni tra cui 8 iscritti al corso di licenza media e 17 al corso di alfabetizzazione per il conseguimento della certificazione A2.  I beneficiari inoltre seguiranno anche un corso di informatica organizzato dal Cpia stesso.

La conoscenza della lingua italiana è la leva per l’inserimento lavorativo. Ritieni che questo elemento sia una spinta motivazionale per i beneficiari?

Penso dipenda dal tipo di lavoro che si vorrebbe fare e dalle competenze pregresse. Ad esempio un ragazzo Pakistano che è accolto/ospite nel nostro centro ha conseguito la patente C e sta frequentando il corso di licenza media. Tutto questo è possibile per il suo background culturale a differenza di persone che non hanno avuto la possibilità di studiare nei loro Paesi.

 

Ci sono stati casi in cui ti sei ritrovata davanti a ragazzi privi di alfabetizzazione?

Si, ho incontrato ragazzi privi di alfabetizzazione in quanto non hanno avuto la possibilità di studiare. Sono ragazzi sensibili ai quali bisogna dare tanta fiducia. Con un po’ di pazienza e di studio  sono riusciti a scrivere e a leggere, a riconoscere il loro nome sui fogli presenza, a ricordare la data di nascita. Cose per noi scontate, per loro no. La bellezza  e la soddisfazione più grande è stato vedere i loro occhi felici.

– C’è stata un’esperienza in particolare che ti ha colpita o segnata sia nell’aspetto professionale che umano?

Tutti i giorni sono esperienze particolari perché ogni giorno si apprende e si insegna qualcosa di nuovo.  Vedere un ragazzo partire da zero, con una competenza base della lingua italiana e accompagnarlo nel suo percorso scolastico con il conseguimento di una certificazione, penso sia una esperienza che segni l’aspetto professionale ma anche il lato umano.

Grazie.

Stè.Mar.

 

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