TRIBUTO ALLE 26 DONNE NIGERIANE MORTE NEL MEDITERRANEO LA POESIA DI GIANCARLO CAVALLO E LA VOCE DEL VALLO DI DIANO

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“E mentre annegavo venivano a galla le poche parole di inglese che avevo a fatica imparato: help aiuto help me!”. Nella Chiesa del Convento di San Francesco a Padula, risuonano i versi di Giancarlo Cavallo, il poeta salernitano che ha voluto affidare alla memoria collettiva il ricordo di 26 giovani donne africane morte nel Mediterraneo.

Si chiama “26- tribute to the twenty-six dead women” , il poemetto scritto per ricordare la vita e la morte di quelle donne migranti che giunsero a Salerno il 5 novembre del 2017.

Il lavoro di Giancarlo Cavallo diventa un’opera civile portata sui territori, in tutta Italia, nelle piazze, nelle scuole. La sua voce, le sue poesie, diventano parole battenti, frasi coraggiose e provocatorie che  chiedono semplicemente e con forza di non dimenticare.

Non poteva non fermarsi nel Vallo di Diano questo universo di emozioni interpretate con maestria e solennità da Sergio Iagulli e Raffaella Marzano di Casa della Poesia di Baronissi/Salerno. Qui, in questo territorio a sud di Salerno, quella vicenda che per giorni e giorni riempì le pagine dei giornali ha un significato profondo perché sei di quelle donne migranti , il 17 novembre, dopo i funerali celebrati presso il cimitero di Salerno- furono sepolte nei cimiteri di 5 comuni del Vallo di Diano. Le bare si fermarono a Polla, ad Atena Lucana, a Sala Consilina, a Sassano, a Montesano sulla Marcellana. Oggi quegli occhi chiusi per sempre dal mare riposano qui.

“26- tribute to the twenty-six dead women” arricchito dai disegni di Emanuela D’Andria e dalla postfazione di Gianluca Paciucci è arrivato a Padula domenica 13 novembre. Un evento collettivo promosso dalle cooperative sociali L’Opera di un Altro e Tertium Millennium.  Presente S.E. Antonio De Luca, Vescovo della Diocesi di Teggiano –Policastro testimone diretto di quel 5 novembre quando sul molo 3 gennaio attraccò la nave militare spagnola Cantabria. Ricorda la drammaticità di tutti gli sbarchi avvenuti a Salerno ma rimarca la particolarità di quell’avvenimento, il rimanere senza parole e l’importanza di preservare la memoria.

Sono state dieci le donne del territorio che hanno voluto lasciarsi coinvolgere nella lettura partecipata di “26- tribute to the twenty-six dead women”.

“Ordino alla mia bocca di parlare….” Inizia così “Ordino” affidata alla voce di Paola Perri, psicologa di Sala Consilina. E’ l’avvocato Rosy Pepe, del movimento “Se non ora quando” del Vallo di Diano a pronunciare “Parole sconosciute”. Una presenza importante per ricordare anche quando nel 2019 il Movimento decise di apporre una pietra di inciampo presso il Liceo classico Marco Tullio Cicerone a Sala Consilina. “Per ricordare le migranti morte in mare alla ricerca di un futuro migliore”. Ana Maria Libretti di Padula del Terzo Ordine Francescano dopo aver letto “Eppure (black&white) ha posato una rosa rossa sull’altare. Un gesto simbolico, un omaggio a quelle donne e a tutte le vittime dell’immigrazione. È Maria Carmela Bruzzese della F.I.D.A.P.A BPW Italy sezione Montesano S/M Vallo di Diano a leggere “Ho fatto un sogno”. Una testimonianza significativa quelle della F.I.D.A.P.A. che sin dal giorno della sepoltura a Montesano sulla Marcellana ha voluto prendersi cura negli anni di quella tomba senza nome. La n.19. Tra i presenti a rendere omaggio alle vittime del mare anche Giuseppe Rinaldi sindaco di Montesano sulla Marcellana,  Francesco Cavallone sindaco di Sala Consilina, Caterina Di Bianco Vicesindaco di Padula e i consiglieri Giusy Abbatemarco e Giuseppe Tierno. E poi ancora Fra Marco Della Rocca, Domenico D’Amato presidente della Cooperativa L’Opera di un Altro e Antonello Calandriello presidente della Tertium Millennium.

Il nome di una giornalista, Marianna Vallone, ha accompagnato le parole di “Vuoto di memoria”. Un contributo importante per sottolineare il ruolo dei mezzi di comunicazione nel raccontare i fatti, gli avvenimenti e nel fare in modo che alcunché cada nell’oblio. Ninna nanna di Osaro Osato, una poesia dolce affidata ad una voce di fanciulla, alla studentessa liceale Martina Dente di Montesano sulla Marcellana. Osaro Osato e Shaka Marian furono le sole due donne migranti identificate. “Io un nome ce l’ho….” Inizia così la poesia “Il sogno di Shaka Marian” letta da Filomena De Paola, vicepresidente della Cooperativa L’Opera di un Altro. Poi è la volta di Yulia Yemelyantseva, mediatrice culturale ed educatrice, di origine ucraina che legge “Destinazione Brignano”. Una poesia toccante e straziante che sembra ridare voce ad una di quelle donne giunte nel cimitero di Salerno. “Da questa collina non si vede il mare” scrive Giancarlo Cavallo. Anna Maria Angelone, medico del Golfo di Policastro, scandisce “Parlo per te”: “senza più nome senza più respiro …”. L’ultima poesia è “Farfalle” letta da Tina Pepe, assistente sociale. “ E poi più niente niente più barcone…”

E infine Don Vincenzo Federico che ha ricordato il giorno dello sbarco «In quei giorni abbiamo chiamato in causa i sindaci del territorio perché oltre all’accoglienza dei vivi si potesse dare dignità di sepoltura ai morti» Ricorda il giorno dei funerali «Sulle bare c’erano tante rose e tante donne che si inginocchiavano» E indica la via: essere chiamati a trasmettere la memoria. «La poesia, l’arte, il canto, hanno il compito di consegnare, trasmettere e di dare vita. Questa sera abbiamo dato vita alla vita di queste donne»

E infine il ricordo del sindaco Rocco Giuliano. E il ricordo della frase scritta da Don Vincenzo sulla tomba della donna sepolta nel cimitero di Polla. «Ho sognato la pace, ho inseguito la vita, ho cercato la speranza, ho cercato la speranza. Ora nell’oscurità della notte, risplendo nel cielo pieno di stelle».

Stefania Marino

Ps. Un grazie particolare a tutte le donne che hanno accolto il nostro invito. Grazie per aver afferrato il filo rosso della memoria e per essere testimoni preziose del nostro tempo. (s.m.)

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